eimaronnaro s.m.
Chi alteri o irrompa in catene discorsive di qualunque taglio, soggetto o argomento provocando i suoi interlocutori a rendere cagione del destino infausto dei due fucilieri di marina Massimiliano La Torre e Salvatore Girone per mezzo della topica interrogazione «e i marò?»; per est. fomentatore di spropositi, sproloquiatore contrastivo.
[Per sostantivizzazione della frase oggetto «e i marò?» più il suffissoide –nnaro, sul modello di madonnaro, (lupo) mannaro; si noti anche la contaminazione fonosimbolica di secondo strato con l’esclamazione dial. ‘Maronna!’].
~ Nello spirito degli eimaronnari ogni problematica sociale e/o economica, per non dire politica, non può considerarsi impostata a una corretta risoluzione ove non renda parimenti conto della intollerabile condizione di prigionia dei «due marò», accusati di aver ucciso, il 15 febbraio del 2012, due anonimi pescatori indiani al largo delle coste del Kerala e pertanto detenuti in ceppi nelle infami prigioni dell’India. Tale evidente e prolungata ingiustizia, nella visio mundi degli afferenti all’eimaronnaresimo, vanificherebbe e delegittimerebbe qualunque pretesa di avanzamento dialettico ammonendo l’umanità in cerca di risposte a un cupo e disperato pessimismo.
La cosmologia eimaronnara vede infatti nei due fucilieri del 2° Reggimento «San Marco» i sorreggitori dei destini stessi della nazione, la quale, una volta reintegratasi del loro spirito ardimentoso e fieramente battagliero, si avvierebbe a un nuovo periodo di prosperità e benefici per il popolo. La canonizzazione e cultualizzazione di Latorre e Girone, ben visibile soprattutto sui social media, fa da contraltare all’odio feroce provato per le élite politiche nazionali italiane, colpevoli, secondo gli eimaronnari, di non procedere con veemente solerzia e indefettibile impegno alla liberazione coatta, anche manu militari, dei due eroi. Le ragioni di tale inefficienza sono da ascrivere, secondo gli eimaronnari, a un imbastardimento dei costumi di tono orientaleggiante indotto negli uomini politici dalle mogli, patite di yoga e succubi della temibilissima Internazionale Comunista Buonista (ICB).
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